MOSTRA 2002

 

L'orologiaro di Montescudaio

Cos’è dunque il tempo?
Se nessuno m’interroga, lo so;
se volessi spiegarlo a chi m’interroga, non lo so.
Questo però posso dire con fiducia di sapere:
senza nulla che passi,
non esisterebbe un tempo passato;
senza nulla che venga,
non esisterebbe un tempo futuro;
senza nulla che esista,
non esisterebbe un tempo presente.

S. Agostino, Le Confessioni

Presentazione del Sindaco di Montescudaio

E’ importante fermarsi a riscoprire la nostra storia. Questo vuoi dire non perdere le nostre radici, non dimenticare, ma soprattutto cercare di trasmettere ai posteri quei valori che hanno animato i nostri predecessori.
I documenti giunti fino a noi sono strumenti di conoscenza, ci aiutano a comprendere la vita della nostra comunità nei secoli passati, ed ecco che affiora la storia di una famiglia di orologiari ben conosciuta in tutta la Toscana a cavallo del secolo.
Questa pubblicazione rappresenta solo il primo passo del percorso di valorizzazione storica del territorio intrapreso dall’Amministrazione Comunale mediante il riordino dell’Archivio Storico, vero e proprio scrigno di tesori culturali.
Ringrazio Renzo Giorgetti esperto conoscitore degli orologi civici toscani; ringrazio la Dott.ssa Angela Porciani, vero artefice di questo lungo ma prezioso lavoro a salvaguardia e tutela delle nostre carte ed il pittore Stefano Tonelli per la sua interpretazione artistica del tempo.

Dott. Tommaso Cotronei
Sindaco di Montecudaio

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Storia dell'orologio comunale di Montescudaio

I primi orologi da torre meccanici compaiono nella storia della misurazione del tempo alla metà del XIV secolo. Questi erano di grandi dimensioni e per essere messi in movimento richiedevano degli enormi pesi; la loro fabbricazione era paragonabile alla costruzione di un grande edificio1. Anche in Italia verso la metà del Trecento le torri ed i campanili delle più importanti città furono dotate di orologi pubblici: a Firenze nel 1353 sopra la Torre del palazzo della Signoria fu istallato il primo orologio pubblico2.

Una volta costruiti questi grandi marchingegni dovevano essere custoditi e regolati per un buon funzionamento, per questo nacque la figura del temperatore dell ‘oriolo, colui che per conto del Comune controllava che il tempo, scandito dal suono delle campane, scorresse regolare. Questo ruolo è attestato a Montescudaio a partire dal 1738 per conto di Francesco Zebedei3.

Questi furono anni importanti per lo sviluppo della comunità di Montescudaio, da un secolo eretta Marchesato dal Granduca Ferdinando TI, a favore di Ferdinando Ridolfi di Firenze4, insieme a Guardistallo e Casale5. A seguito della nomina a marchese di Riparbella del Senatore Carlo Ginori, le comunità di Casale e Guardistallo vi entrarono a far parte, lasciando ai Marchesi Ridolfi il solo territorio di Montescudaio che governarono fino ai primi anni dell’800. In pochi anni le condizioni di vita evidentemente migliorarono, lo si può dedurre dall’incremento demografico della popolazione che passò da 404 anime del 1745 alle 930 del 18336.

Intanto l’orologio pubblico continuò a scandire il tempo della piccola comunità fino al 1846 quando un violento terremoto distrusse tutta la sommità del castello, compresa la torre dell’orologio, con un tragico epilogo anche per alcuni abitanti7.

La ricostruzione del paese fu tempestiva grazie anche agli stanziamenti messi a disposizione dal Granduca. Tra coloro che si prodigarono in tal senso spiccò la figura dell’Abate Don Quirino Bussotti che, presentandosi alla seduta del Magistrato Comunale del 9 dicembre 1848, partecipò il desiderio della popolazione di riavere il pubblico orologio, oramai inattivo da più di due anni. A tale scopo affermava che molti compaesani si sarebbero anche prestati gratuitamente per la ricostruzione della torre - Il Magistrato Comunale, accolse benevolmente l’istanza presentata dall’Abate incaricandolo di raccogliere le firme di tutti coloro che volontariamente si sarebbero prestati per l’edificazione della nuova torre, ordinando nel contempo all’ingegnere, di redigere la perizia della spesa necessaria per la ricollocazione dell’orologio nella medesima8.

Occorsero altri due anni affinché si giungesse, nella seduta del 14 gennaio 1851, ad affidare l’incarico all’Abate Bussotti di far eseguire i lavori di restauro alla Macchina dell’orologio per la somma di £60; a seguito di ciò venne di nuovo istituito l’impiego di temperatore del pubblico orologio per la somma di £ 50 annue. I lavori durarono sei mesi ed a giugno 1851 tutto fu rendicontato dall’Abate al Consiglio Comunale per complessive £ 384.13.4. L’orologio comunale venne nuovamente messo in funzione mediante l’utilizzo di una campana, necessaria per il rintocco delle ore, di proprietà della Compagnia del Santissimo Sacramento di Montescudaio9.

Il Comune si avvalse di questa campana per più di dieci anni, fino a quando, nel 1863, fu deliberato l’acquisto e la realizzazione di un nuovo orologio da parte del meccanico Domenico Bianchi10. Anche la torre che sovrastava il palazzo comunale venne restaurata per alloggiare il nuovo meccanismo per opera del maestro muratore Odoardo di Ferdinando Ferrari11. Nella torre l’orologio fu collocato in una custodia di legno realizzata appositamente dal falegname Serafino Frati.

Nel mese di giugno dello stesso fu bandito il concorso di moderatore del pubblico orologio per l’annuo stipendio di £24 con l’onere giornaliero di caricano alle ore dodici meridiane e regolano in modo conveniente12 al donzello fu conferito l’incarico di sonatore della pubblica campana nell’occasione delle Adunanze Municipali e delle feste popolari.

Trascorsero solo pochi anni quando l’orologio pubblico tornò ad essere argomento di discussione del Consiglio Municipale di Montescudaio; il 10 dicembre 1900 infatti, il Consigliere Sestilio Rossi alla presenza del Sindaco Cav. Sebastiano Cinotti, dei Consiglieri Berti Giovanni, Rossi Avv. Fausto, Rossi Alfonso, Santarnecchi Umberto, Lorenzini Alessandro, Landi Benvenuto, Tedeschi Giuseppe, Tedeschi Antonio, Taddei Niccolò, Corsini Virgilio, Giudici Ernesto, Barbagli Jacopo e Picci Sisto, propose l’acquisto di un nuovo orologio costruito appositamente da un loro compaesano: Ferdinando Luigi Toninelli13. Di seguito il verbale dell’ Adunanza Consiliare:

Il Consigliere Rossi Sestilio torna a proporre la spesa per l’oro- logiopubblicofacendo osservare sarebbe stoltezza lasciarsi sfuggire l’occasione che ora si presenta d’avere un nuovissimo meccanismo di espressa fabbricazione, con carica ogni otto giorni, con garanzia per un anno o per un certo tempo, e ciò per sole lire trecento, cedendo il materiale inservibile del vecchio orologio. Il Sig. Toninelli Luigi nostro concittadino, costruì già altro orologio per una villa e ne costruirebbe uno ora pel comune a prezzo di favore come è detto, più per reclamé e per lasciare un’opera sua al paese che per lucro. Perduta questa occasione il Comune dovrà spendere per avere un buon orologio una somma doppia e forse tripla di quella oggi domandata. Conclude pertanto col raccomandare al Consiglio di non lasciarsi sfuggire l’occasione propizia.

Il Consigliere Tedeschi Giuseppe si dichiara contrario alla spesa perché quasi tutti oggi hanno un orologio per conto proprio, ci saranno egli dice, un seicento orologi in paese, e non c’è quindi bisogno dell’orologio pubblico. Poco conta che il pubblico orologio non segni l’ore precise l’andare avanti o in dietro non ha mai arrecato danno a nessuno.

Rossi avv. Fausto dichiara che voterà favorevole alla spesa perché l’orologio pubblico ritiene che sia utile alla popolazione, se non altro per avere l’ora ufficiale, per avere un orologio unico col quale regolare i seicento orologi privati. Del resto egli osserva che se non fosse necessario l’orologio pubblico non dovrebbe nemmeno essere necessario lo stanziamento in bilancio di una certa somma pel moderatore dell’orologio stesso. Molti altri Consiglieri si dichiarano favorevoli alla spesa e perciò esaurita la discussione il Sindaco dichiara di passare il partito per alzata e seduta per l’approvazione della spesa di £ 299 per l’acquisto di un orologio pubblico, cedendo al manifattore il materiale di quello vecchio e provvedendo a tale spesa col ripristinare nel bilancio 1901 dell’art. 73 che viene ricostituito tagliando la necessaria somma di £299 dall ‘art. 55 spese di [...] il quale viene perciò ridotto da £549 a sole £250. Esperimentata la votazione la proposta che procede è approvata per voti undici favorevoli il resto contrari.

Secondo quanto prescritto dalla legge, le deliberazioni che prevedevano tali spese, dovevano essere approvate due volte, per questo nell’Adunanza successiva del 5 gennaio 1901 il Sindaco chiese ulteriori argomentazioni sull’acquisto del nuovo orologio e trova un Consiglio molto più convinto:

Il Consigliere Barbagli dichiara che in una precedente adunan- za non dette voto favorevole perché non messo bene al giorno dell’affare, ma oggi venendo a chiarire come il meccanismo antichissimo dell’orologio sia reso pressoché inservibile e venuto chiaro come il nuovo orologio venga costruito da un concittadino quasi per regalo e per reclam non esita a ricredersi ed a dichiarare che voterà favorevolmente alla spesa. Il Consigliere Giuseppe Tedeschi per le ragioni spiegate nella precedente adunanza dichiara che voterà contro.

La spesa di £ 299 per il nuovo orologio del Toninelli fu deliberata definitivamente per nove voti favorevoli contro due. L’orologio fu pronto per essere collocato al suo posto sulla torre comunale un anno dopo ma nel frattempo, nell’adunanza del Consiglio Comunale del 12 aprile 1902 venne presa in considerazione la possibilità di ulteriori modifiche sempre proposte dal Consigliere Sestilio Rossi:

...converrebbe modificare il nuovo quadrante il quale ha la numerazione in rilievo che dà inciampo sfere o lancette. Proporrebbe perciò di acquistare un quadrante metallico dipinto a smalto che costerebbe circa lire cento, una spesa un po ‘grave ma eterna che eliminerebbe la caduta degli attuali numeri di ferro. Osserva ancora che dovendosi collocare il nuovo quadrante occorre una spesa non lieve per la ponteggiatura e siccome la torre dell’orologio abbisogna di restauro perché tutta scalcinata, cogliendo l’occasione potrebbesi anco restaurare la torre e collocare un parafulmini a difesa della torre stessa e del sottostante case ggiato.14

Tutti i Consiglieri furono propensi alle ulteriori migliorie da apportare all’orologio ed alla torre, tranne, ancora una volta il Consigliere Tedeschi che reputava superfluo l’acquisto del quadrante smaltato, ma nell’adunanza successiva il partito venne deliberato ad unanimità.

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1 D.S.LANDES, Storia del tempo, l’orologio e la nascita del mondo moderno, Milano, 1984.
2
R.GIORGETTI, Antichi orologi da torre nella provincia di Arezzo, Calosci Cortona, 1999.
3
ARCHIVIO STORICO DI MONTESCUDAIO (=ASCM), Deliberazioni e partiti, 1.
4
M.PIERULIVO, La famiglia e ilfeudo. IRidolfi a Montescudaio nel ‘700, Provincia di Pisa, 1994.
5
G. TARGIONI TOZZETTI, Relazioni di alcuni viaggi fatti in diverse parti della Toscana per osservare le produzioni naturali e gli antichi monumenti di essa, Firenze, 1752, vol. IV, pp. 400-402. La malaria che imperversava nella pianura del fiume Cecina rendeva in estate malsana anche l’aria delle comunità collinari adiacenti; questo fu alla base del disinteressamento da parte del governo granducale di quest’area dando origine a quel fenomeno definito come “seconda feudalizzazione” che vide l’affidamento di queste comunità a nobili famiglie fiorentine e non.
6 E.REPETTI, Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana, Firenze 1843-46, pagg. 527-531.
7 A.CORSIINI- P.PETRAGLI- E.SANDRI- B.SANTI, Montescudaio. La sua storia, la sua gente, 1994, Cecina.
8 ASCM, Deliberazioni e partiti, 9, c.92 r.
9
Ibid. Questo perché la Compagnia del Santissimo Sacramento nel 1851 risultava usare le campane parrocchiali.
10
Ibid., 26, c.25r. Nell’adunanza del 5 marzo Domenico Bianchi fu incaricato di realizzare una nuova macchina da servire per il pubblico orologio per la somma di £ 520.
11
Ibid. La campana acquistata era di bronzo del peso di libbre toscane 833 ad un costo di £ 1.19 la libbra; il nuovo orologio costava £ 520 mentre i lavori di restauro della torre dell’orologio ammontavano a £ 1873.
12
Ibid
13 Ibid., Sezione postunitaria, Deliberazioni del Consiglio Comunale, n. provv. 1, deliberazione 72 del 10 dicembre 1900.
14 Ibid., deliberazione deI 19 aprile 1902.


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Ferdinando Luigi e Sirio Toninelli

Ferdinando Luigi Toninelli nacque a Montescudaio il 30 dicembre 185415 da Giocondo di professione possidente, e Nardini Antonia16 donna di casa Ferdinando abito anch egli a Montescudaio con la moglie Tamburini Elena17 ed i figli Emma, Emilia e Siro18, in via Nuova al numero civico 54, in una casa posta al secondo piano.

Ferdinando Luigi inizialmente esercitava la professione dell’ armaiolo, con questa qualifica infatti lo troviamo registrato nei registri parrocchiali fino al 1890 quando finalmente in comspondenza del suo nome troviamo la qualifica di Possidente Orologiaro19 A causa della scarsezza dei documenti è possibile solo tracciare per grandi linee la storia di questo artigiano che avvio la sua attivita nel 1886 a Montescudaio20, insieme al figlio Siro, nato nel 1891, la fabbrica divenne molto fiorente esportando gli orologi in tutta Italia.

Nel 1905, la loro attività è sempre attestata nel piccolo paese infatti sul giornale locale "Corriere della Cecina" 21 del 12 febbraio, troviamo la pubblicita di una fabbrica di orologi di Montescudaio di Luigi Toninelli e figlio con la descrizione dei nuovi orologi fabbricati in diversi formati da caricare ogni trenta ore, ogni otto giorni, ogni mese fino ad arrivare all’eccezionale carica annuale.


Fig. 1 Fabbrica degli orologi in Via Veneto a Cecina. Collezione Enio Bandini, Cecina.


Fig.2: Collezione Enio Bandini, Cecina.

Da una cartolina dell’epoca, nel 1913, i Toninelli risultano avere l’officina di costruzione e lo studio a Montescudaio mentre il deposito dei materiali a Cecina, in via Emilia 27. (Figg. 4 - 5)

Nel 1922 Siro Toninelli si trasferì con la sua sposa, Annunziata Bezzani, da Montescudaio a Guardistallo e probabilmente può aver indotto il giovane a voler trasferire l’attività a Cecina. Questa non è altro che un’ipotesi, infatti dai documenti rinvenuti è possibile solo attestare il trasferimento della ditta a partire dal 1929 quando, il 15 marzo, Siro, rivolse rispettosa istanza al Podestà di Cecina, Pieretto Pieretti22 relativa alla costruzione di un fabbricato ad uso di laboratorio industriale in una presella di terreno posta in via Vittorio Veneto, di proprietà dello stesso Toninelli23.

Fig. 3 Sirio Toninelli Collezione Enio Bandini Cecina.


Fig 4 Collezione Ilio Nencini, Cecina


Fig 5 Collezione Ilio Nencini, Cecina

Nel 1933, il 17 maggio morì Ferdinando Luigi e l'anno successivo il 6 aprile anche sua moglie, Elena Tamburini; entrambi furono seppelliti nel cimitero di Montescudaio.

Il figlio Sirio intanto proseguì la sua attività esportando i suoi orologi in tutta Italia.

Durante la Seconda Guerra Mondiale anche la fabbrica Toninelli venne colpita dalle incursioni aeree, per questo il 12 aprile 1945 fu presentata un'altra istanza per la ricostruzine dell'officina oltre che una casa di civile abitazione; il tutto autorizzato l'11 dicembre dello stesso anno 24.

Sirio Toninelli morì nel 1959 lasciando la sua officina ad un allievo, Enio Bandini, che ne guidò l'attività fino al 1965, anno della definitiva chiusura.


Fig 6 Ubicazione della Fabbrica degli orologi.
ASCC, Costruzioni, 7, pratica 10, (1929).


Fig. 7: Prospetto frontale, 1929 ASCC, Costruzioni, 7 pratica 10


Fig. 8: Prospetto frontale, 1945 ASCC, Costruzioni, 27 pratica 3


Fig. 9 Comune di Montescudaio, orologio Toninelli restaurato

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15 ARCHIVIO ABAZIA SANTA MARIA ASSUNTA DI MONTESCUDAIO (=AASMAM) Libro
de, Battezzati atto n i 87
16 ASCM, Sezione postunitaria, Foglio di Famiglia del 1882.
17 Ibid., Tamburini Elena nata a Montescudaio da Giovanni e Tonchi Anna.
18 Ibid., Emma nacque il 12febbraio 1882, Emilia il 29ottobre i887 e Siro il 26gennaio i891.
19 AASMAM, Stato delle anime, 1890.
20 Vd.Fig.2.
21 STORICO COMUNE DI CECINA (=ASCC), Giornali, 11.
22 B.GENOVESI, Cecina e la sua gente, Pisa, 1986.
23 ASCC, Costruzioni, 7, pratica 10.
24 ASCC, Costruzioni, 27, pratica 3.

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